Sono le ore 7.00 del mattino del Venerdì Santo quando il
portone del Duomo viene aperto e, tra i fedeli che già da qualche
ora sostano ai piedi della scalinata, spuntano i confratelli della
Confraternita del SS. Sacramento, vestiti di bianco e portanti sul capo
una corona di spine; essi sono preceduti da un gonfalone nero in segno
di lutto e seguiti da un uomo che, indossando una tunica
rossa, una parrucca che ne copre il viso e una corona di spine sul
capo, porta a piedi nudi e sulle spalle una pesante croce di
legno, impersonando il Cristo sulla via del Calvario; attorno a lui vi
sono i giudei armati di lance e fruste che lo spingono verso la via del
Golgota.
Il Cristo viene seguito dai discepoli che indossano
una tunica e un cappuccio bianco, con sul capo una corona di spine e
attorno al collo, pendende, una corda; tra le note della “
Settima Parola”, scritte dal Polistenese Michele Valensise ed eseguita
dalla Banda cittadina, spunta dal grande portone la statua di Maria
Addolorata, portata a spalla dai confratelli vestiti di bianco, con in
capo la corona di spine.
L’Addolorata, durante l'itinerario della processione, fa visita ai “Sepolcri” che vengono allestiti nelle chiese cittadine e segue fino al Calvario suo figlio che, durante la processione, si accascia tre volte per rappresentare le cadute che avvengono, per tradizione, in Piazza della Repubblica, in Via Santa Marina (zona ponte coperto) e ai piedi di Via Domenicani.
L’Addolorata, durante l'itinerario della processione, fa visita ai “Sepolcri” che vengono allestiti nelle chiese cittadine e segue fino al Calvario suo figlio che, durante la processione, si accascia tre volte per rappresentare le cadute che avvengono, per tradizione, in Piazza della Repubblica, in Via Santa Marina (zona ponte coperto) e ai piedi di Via Domenicani.
Nella tradizione colui che impersona il Cristo deve
rimanere nell’anonimato, compiendo tale atto come segno di fede; si rivela
ai fedeli Domenica di Pasqua durante la “Affruntata” chiedendo la questua
con il “Bussulu” che porta l’effige del Cristo Risorto.
- Testo e foto tratti dal sito "Settimana Santa di Polistena".
- Testo e foto tratti dal sito "Settimana Santa di Polistena".